“Mancate o conquistate opportunità”

scritto da Bruston
Scritto 3 giorni fa • Pubblicato 18 ore fa • Revisionato 18 ore fa
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Prova di sceneggiatura dí cortometraggio teatrale/cinematografico In vita mia ne ho scritto solo un altro tanti e tanti anni fa! Sicché non è propriamente il mio genere. Siate clementi!
- Nota dell'autore Bruston

Testo: “Mancate o conquistate opportunità”
di Bruston

ATTO UNICO

Scena unica



Sera- Interno- Camera da letto 

Rumori di musica e di festa dal piano di sotto.

La porta si apre. Vincenzo e Riccardo entrano scapicollandosi dentro la stanza. Ridono e si spintonano a crepapelle.



R- Mi mancavano davvero queste feste che si facevano al liceo.

V- Non sono passati poi così tanti anni! L'ultima sarà stata al massimo cinque anni fa!

R- Sei in realtà!

V- Vabbè dai. Abbiamo rimediato stasera! E poi lo sai che casa mia è sempre aperta!

R- Lo so, lo so! (Riccardo guarda Vincenzo negli occhi con sguardo furbo, sogghignando.)
Perché non facciamo di nuovo il gioco di escapologia che facevamo?

V- Ma quale? Quello che venivamo chiusi a chiave dentro l'armadio e dovevamo riuscire ad uscire in un minuto? (Vincenzo guarda Riccardo con aria perplessa e dubbiosa)
È una cagata, Ricca! (Vincenzo starebbe per continuare a parlare, ma Riccardo lo interrompe galvanizzato dall'idea.)

R- Dai su... fammi contento! Entro io.
Anche se l'armadio è tuo sono sempre stato più veloce di te! (Riccardo ride)

V- Ok, va bene! Se ci tieni tanto!? (Anche Vincenzo ride e batte una pacca sulla spalla dell'amico.)

R- Però voglio farlo professionale. Come ai vecchi tempi. Devi prendere il cronometro. Voglio battere il mio record. Se non erro è di quarantanove secondi. Devo battermi! Assolutamente!

Vincenzo scuote la testa, con un sorriso tra il divertito ed il rassegnato. Non dice più niente ed esce dalla stanza.

Riccardo entra già dentro l'armadio ed accosta la porta.



Da fuori la porta della camera si avvicinano due voci femminili. Una di queste piange.


Entrano Lucrezia e Giulia. Giulia entra per prima e sta piangendo.
Lucrezia dietro di lei la spinge dentro la stanza e chiude a chiave la porta.
Nessuna delle due fa caso alla luce già accesa.

L- Qui in camera di Vinni staremo tranquille! Che hai Giuls!? Mi stai facendo preoccupare!

Lucrezia si siede sul letto ed invita Giulia accanto a se. Giulia si siede.

G- (Tenta di dire qualcosa ma singhiozza e basta.)

L- Ok! Prenditi tempo e cerca di rilassarti! (Le si avvicina, le accarezza i capelli e le da un bacio sulla fronte.)

G- È già da troppo tempo che mi tengo dentro questo segreto! Ma adesso devo riuscire a dirvelo per forza! (Di nuovo si blocca e respira affannosamente. Inizia a cercare di inspirare ed espirare efficacemente.)

Passa un minuto di silenzio.
Lucrezia la guarda in silenzio, preoccupata e non sapendo che fare.
Giulia cerca di farsi forza e raccogliere le energie.

G- Questo mio pianto sicuramente, ti avrà creato più preoccupazione del dovuto e mi dispiace da morire.
In fin dei conti ciò che ho da dire, non è una cosa grave, anzi, è anche bella.
Di certo non devo dire di essere malata o cose del genere...

Lucrezia tira un sincero sospiro di sollievo.
Da dentro l'armadio si sente un lieve scricchiolio.

G- Purtroppo lo sai che io sono molto emotiva e anche una notizia tendenzialmente positiva come questa mi turba tantissimo...

L- Dai cazzo però! Dillo e basta!!

G- Ho vinto una borsa di studio per un dottorato ad Harvard, in scienze biomediche.
È già tre mesi che mi è arrivata la risposta e...

L- E?...

G- E tra due settimane devo partire!!
Il dottorato durerà tra i cinque ed i sette anni! (Rinizia di nuovo a piangere.)

L- (Due lacrime le scendono anche a lei, se le asciuga velocemente!)
Ma è una cosa stupenda amore mio! Quanto sono fiera di te! (Si avvicina a Giulia e la abbraccia stringendola forte.)

G- Lo so che è una grandissima cosa!
Anche se in realtà non sono stata io a fare richiesta. È stato mio padre.
Ovviamente sono onorata di questa opportunità... sarà un grande scala per la mia carriera e per la mia vita...
Ma sarò lontana da voi! (Piange di nuovo)
Sarò lontana da te, che sei la mia migliore amica da sempre e poi...
(Scoppia in lacrime e non riesce più a parlare.)

L- Tesoro mio! Non posso vederti così! Cosa volevi dirmi con quel "e poi..."?

Giulia si asciuga le lacrime, si alza dal letto e si poggia di schiena all'armadio.

G- E poi avevo finalmente trovato il coraggio di dire ad una persona ciò che provavo per lui, ma questa mia partenza lo ha reso del tutto inutile.
Più che è diventato superfluo confessarmi, più che i miei sentimenti mi stanno logorando dentro. Stanno mettendo in dubbio le mie scelte.
Quando oltretutto sono quasi sicura che lui non provi affatto lo stesso per me!

L- Stai parlando di Riki vero?

G- È sempre stato così evidente?

L- Per me si.

G- Comunque sia tra due settimane parto e la prima volta che potrò tornare sarà per Natale. Poi di nuovo dopo molti mesi e così via. Devo concentrarmi solo sul mio nuovo percorso e sulla mia nuova vita.
Adesso scenderò e lo dirò a tutti, conservando un minimo di dignità, ovvero non piangendo davanti a tutti come ho fatto con te!
E guarderò tutti e mi confiderò con tutti insieme, Riki compreso, come se contassero tutti uguali per me. Facendogli capire, quanto comunque ad ognuno di loro sia affezionata e voglia bene.
E quanto a te... scusami davvero tanto se ho aspettato così tanto a dirtelo.
Ma anche te eri la persona più difficile e dolorosa a cui dirlo. Abbandonarti così, per me sarà straziante. E non mi dire che esistono Skype, Whatsapp o altre cagate simili. Sai perfettamente che non è la stessa cosa!

L- Ma quello che stai facendo è assolutamente la scelta giusta. Io sono con te. Sempre. Sono enormemente orgogliosa di te!

Lucrezia si alza dal letto ed abbraccia forte Giulia.

L- Dai... andiamo giù e dillo a tutti! Vedrai che anche loro saranno altrettanto orgogliosi di te e soprattutto felici per te!

Lucrezia apre la porta, esce dalla stanza seguita da Giulia, che spenge la luce e chiude la porta.



La stanza è buia. Si sente il rumore della porta dell'armadio che si apre.
Si apre la porta della camera e la luce si riaccende.

Entra Vincenzo. Vede Riccardo con gli occhi lucidi e rossi di pianto.

V- Riki? Che è successo? Prima stavo tornando su col cronometro ed ho visto Lucre e Giuls che entravano in camera!

R- Non mi hanno visto. Ero già dentro l'armadio. Menomale.
Vince... Giuls va in America per anni ed anni!! Sono disperato!

V- Come in America per anni? Che dici?

G- Ha vinto una borsa di studio per un dottorato ad Harvard. Ha detto che tutto questo durerà almeno cinque anni e riuscirà a tornare in Italia solo pochissime volte all'anno, se non una sola!
Adesso io come faccio! (Inizia a singhiozzare)

V- Amico mio! Dai fatti forza! (Gli da due pacche sulla spalla.)

R- Oltretutto, la cosa che più sognavo di sentirmi dire, l'ho sentita nel momento peggiore e nella condizione peggiore di tutte! Lei è innamorata di me... Anche lei è innamorata di me!
Da sempre ho sperato potesse essere così, ma siccome sono un coglione non ho mai fatto un cazzo di primo passo per capire!
Adesso che lo so, lei non sa che lo so.
E so anche, che lei a questo punto non me lo dirà mai... (Riccardo viene interrotto da Vincenzo.)

V- Diglielo tu allora! Vai... Tanto prima o poi lo dirà a tutti che partirà...

R- (Riccardo si inserisce tra le parole di Vincenzo.)
Sta per dirlo proprio adesso. Giù. Aspetterà di vedere me e te e poi lo dirà.

V- Perfetto allora! Appena avrà sganciato la bomba tu la prendi da parte e ti dichiari. Soprattutto ora che sai che lei ti ricambia. Semplice no?

R- Invece no! Non le dirò assolutamente niente! Mi mostrerò certamente dispiaciuto per la sua partenza così lunga, ma mi mostrerò così tanto fiero di lei da lusingarla.
Lei ha detto che aveva trovato il coraggio di dichiararsi con me, ma che non lo ha più fatto e non lo farà, perché la sofferenza di una separazione legata dall'amore consapevole, è estremamente più atroce e dolorosa.
Per cui se io fossi quel tipo, che se ne frega e solo perché non resistessi al bisogno di rovesciarle addosso il mio amore ed il mio senso di abbandono, beh... non sarei il tipo che lei si meriterebbe.


Riccardo si dirige verso la porta, la apre ed esce.

Vincenzo scuote la testa.
V- Mamma mia che roba ragazzi!

Vincenzo spenge la luce e chiude la porta.



La stanza è quasi al buio. La porta dell'armadio è rimasta accostata.
Le luci ed i suoni delle auto che passano sulla strada filtrano delle finestre.

Da lontananza, poi da sempre più vicino, lentamente, si ode
"Ogni volta" di Vasco Rossi.


FINE.


“Mancate o conquistate opportunità” testo di Bruston
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